ZIA BIBI

Oggi vi vorrei raccontare di una persona molto importante per me: mia zia Bibi.

Zia Bibi aveva un negozio di vestiti a Firenzuola, non in una posizione centrale e tanto meno in una grande città. Firenzuola è in mezzo alle montagne, con strade scomode piene di curve, che mettono alla prova anche lo stomaco più forte. Insomma… in mezzo alle montagne, sotto casa sua, nemmeno in centro al paese, ma un po’ fuori, Bibi aveva un negozio di vestiti. Il negozio era così famoso che venivano a comprare da lei da tutta la Toscana e la Romagna.

Io ero piccola quando c’era il negozio, ma mi ricordo bene le montagne di vestiti ovunque. File e file di cappotti ancora nella plastica e l’odore di naftalina misto a umido.

Ancora oggi ogni tanto quando mi capita di sentire questo odore la mia memoria mi riporta nel negozio di zia Bibi. Così in un attimo… zac….sono a correre con i miei fratelli e le mie cugine per i corridoi di vestiti. Il rumore degli involucri di plastica e le pile infine di jeans della Rifle.

Tutti andavano a comprare dalla zia Bibi. Lei era un’istituzione.

Ma la cosa che mi aveva sempre affascinata era che zia Bibi non si è mai messa un vestito confezionato. No. Lei si cuciva tutto da sola ed era bravissima.

Mi ricordo ancora che una volta eravamo a casa della nonna e lei entrò a trovarci. Quando entrava nella stanza portava un’energia e una vitalità difficile da raccontare a parole. E così una volta aveva dei leggings fatti con un vecchio maglione del figlio. Aveva utilizzato le maniche per farci le gambe e li aveva sistemati perfettamente. A me tutto questo affascinava. La guardavo con ammirazione.

Lei era sopra le righe. Lei era autentica. Una volta in Slovenia, a casa della nonna Slovena, cucì un vestito per lei. Come mi raccontava mia mamma tagliò la stoffa sulle ginocchia. Lo cucì in 10 minuti e mia nonna non poteva credere ai suoi occhi. Il vestito le calzava alla perfezione. Ovviamente mia nonna Slovena passò 2 giorni a nascondere tutti i fili e a rifilare tutti i bordi.

Due maniere di affrontare la vita mi hanno influenzata durante la mia infanzia. La maniera slovena, con mia mamma e mia nonna che seguivano fino all’ultima parola un tutorial, dove ogni cosa ha il suo posto, dove si rimette tutto a posto dopo aver finito. Dove non si improvvisa. Si studia, si pianifica e si esegue e poi c’è la mia parte italiana, con la zia Bibi. Che taglia e cuce una cosa sulle ginocchia, che trasforma un vecchio golf in un paio di leggings e un tappeto comprato in Cina nel vestito per partecipare al matrimonio del figlio.

Così io da bambina lavoravo a maglia nella maniera slovena, perché da mia mamma e da mia nonna ho imparato, ma poi mi trovavo a cucirmi un cappello praticamente avendolo in testa, o montando delle maglie a caso per seguire un’idea che mi era venuta e mia mamma mi diceva

“Sei come zia Bibi!”

E quelle parole mi riempivano di orgoglio. Una volta le sentii pronunciare anche da mia nonna. Ero ancora una bambina piccola, ma me lo ricordo come fosse ieri. “Lei è come la Bibi” disse, indicando me.

Dovete sapere che durante la Seconda Guerra Mondiale il paese di Firenzuola fu completamente raso al suolo e tutta la mia famiglia rimase sepolta viva sotto le macerie. riuscirono a salvarsi e si nascosero, insieme ad altre famiglie, sotto un grande masso in mezzo al bosco.

Due anni fa mio babbo, che non era ancora nato durante la guerra, riuscì a scoprire dove fosse questo rifugio nel bosco e così organizzammo un “viaggio della memoria” e tutti insieme si andò a rivedere questo posto.

Per documentare e testimoniare questa cosa così importante decisi di chiamare il mio amico fotografo Alex Class e così il viaggio della memoria di una famiglia si trasformò in un documentario universale.

La zia Bibi era solo una bambina durante la Guerra. Aveva 8 anni e mio zio Giovanni ne aveva 10. Non avevano mai parlato di quegli episodi volentieri. Penso che quando si vive qualcosa di così brutto si ha solo voglia di dimenticare e non certo di ricordare…

Ma ogni cosa ha il suo tempo e quei giorni della memoria per la nostra famiglia erano i giorni per ricordare e così Bibi e Giovanni si sono lasciati intervistare …

Tutto questo è diventato un film: “Quello che Conta”

Film che ha vinto numerosi premi nazionali ed internazionali e che ha ottenuto il patrocinio Unesco come messaggio di pace.

Film che purtroppo… zia Bibi non ha fatto in tempo a vedere…

Mi aveva chiesto “Quando sarà pronto il Film? Sono curiosa”

Mi piace pensare che le sarebbe piaciuto e il Film è dedicato a lei.

In memoria di Bibi, che due anni fa, quando i papaveri fioriscono , ci ha lasciati.

Sofia

7 pensieri riguardo “ZIA BIBI

  1. Ho visto il film..cara Sofia..(mentre lavoravo..le famose..pantofole)..è.. mi sono commossa..
    Grazie cara
    Anna Maria

  2. il racconto di zia Bibi e di zio Giovanni mi fan venire in mente quelli di mia mamma e delle sue sorelle… solo loro erano a Milano. Grazie

    Emma

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