Storie di lana

Quando i miei amici mi vengono a trovare rimangono impressionati dalla quantità di lana che ho. Mio fratello Dario aggiungerebbe dal casino di roba che ho!

Adesso provo a spiegarvi cosa vuole dire essere affette da una malattia inguaribile, la malattia si chiama “sindrome da acquisto compulsivo di lana”. Dove capire che chi, come me, è affetto da questa malattia prova un piacere immenso a comprare ed ad avere a portata di occhi e di mano ogni tipo di lana e filato. L’unico rimedio scientificamente conosciuto per questa malattia è non entrare nei negozi che vendono lana, perché una volta dentro, anche se non se ne ha il minimo bisogno, si esce per forza di cose con un sacchetto pieno di meravigliosi gomitoli. Dovete sapere inoltre che, nonostante la enorme quantità della scorta casalinga, nel momento in cui si decide di iniziare un progetto immancabilmente non abbiamo il tipo di filato che si pensava di usare, oppure c’è il filato, ma non il colore, abbiamo il colore, ma non la grandezza del ferro richiesta, abbiamo il colore giusto, la grandezza giusta, il filato giusto, ma non la quantità! E allora che fare? Beh bisogna per forza rifornirsi, ma credete che usciremo dal negozio con solo quello di cui avevamo realmente bisogno?!!!! Ovvio che no, perché mentre si cerca, si sceglie, si tocca, si annusa ci saltano sottocchio altri mille progetti possibili e così la collezione casalinga aumenta. Io la mia scorta la chiamo caveau. Perché per me è preziosa più dei gioielli.

Effettivamente questo autunno mi sono entrati i ladri in casa, ma alla fine non hanno portato via nulla…. se non cercate lana o libri o giochi in casa mia non trovate altro! Beh si…. via… stoffa, musica, colori, cartoni delle uova, formine per i biscotti ecc…

La cosa più bella dei gomitoli di lana è che ognuno ha la sua storia. Perciò quando faccio un gilet o un golfino o uno qualsiasi dei miei progetti sono gilet e golfini e coperte con storia incorporata.

Vi ricordate il gilet con dinosauro?

Ebbene quel filato meraviglioso tinto a mano lo avevo visto su un sito internet Canadese. (Con gli acquisti on line la malattia è diventata definitivamente incontrollabile) Insomma questa lana la DOVEVO avere! Solo che è difficile acquistare da oltre oceano, anche perché la merce una volta arrivata alla dogana in Italia viene tassata del 22% e la cosa diventa davvero troppo dispendiosa. A quell’epoca la mia amica Vik era a Miami e così ho comprato la lana, l’ho fatta spedire dal Canada a Miami e me la sono fatta portare alla prima occasione dalla Vik! Beh…. dite la verità…. sono malata!!!!!!

Ormai parenti e amici sanno che per farmi felice basta regalarmi qualche gomitolo e così vi racconto di quando mio fratello Lapo tornò dalle Ande. Gli avevo chiesto di prendere della lana locale, lana di lama e non vedevo l’ora di vederla, di toccarla, di iniziare a lavorarla. Lapo torna a casa, apre la valigia, tira fuori un sacchetto di carta e dentro ci sono due gomitoli …. DUE gomitoli striminziti. Uno bianco e uno marrone e col sorriso fino alle orecchie mi dice “Sofia ti ho preso la lana per fare DEI maglioni!” … Mhm… “DEI maglioni?!!!! Grazie Lapo, ma con quella al massimo ti faccio un cappellino!” Perché qui viene fuori un altro problema. La quantità! ehehe…. portatemi della lana, ma minimo mezzo KG!!!!!!!

Qualche giorno fa la mia amica Silvia mi ha fatto un regalo incredibile. Mi ha regalato della lana che viene direttamente dalla Russia. Un filato di lana di capra e piuma d’oca! Pensavo di svenire dall’emozione. Non avevo mai visto nulla di più fine e morbido. Così mi ha raccontato che le donne Cosacche utilizzano questo filato per lavorare dei bellissimi scialli traforati, che tengono un caldo incredibile. Mi sono tornate in mente così mia mamma e mia nonna. Sangue slavo e anche loro avevano sempre degli scialli lavorati con motivi traforati bellissimi sulle spalle, sopra il cappotto in inverno.

Non vedo l’ora di iniziare un progetto con questa lana meravilgiosa, così come non vedo l’ora di lavorare gli altri mille gomitoli comprati o ricevuti in regalo dalle più disparate parti del mondo, perché dovete sapere che tutti lavorano a maglia! Ogni paese con una tecnica diversa, per poi raggiungere gli stessi risultati. Io per esempio lavoro alla maniera slava perché appunto ho imparato da mia mamma e da mia nonna.

Quando lavoro a maglia per forza di cose penso alla storia che c’è dietro al gomitolo che sto utilizzando, da dove viene, in che occasione l’ho comprato, o da chi mi è stato regalato….  questi bellissimi pensieri mi rendono felice. Quando lavoro a maglia non c’è posto per le incazzature, così come quando lavoro in bottega. Si può creare solo col cuore libero e in quei momenti tutto il resto rimane fuori.

Intanto vi annuncio il prossimo articolo: “Perla” un giacchino lavorato per la mia principessa, la mia nipotina Iris.

Questo giacchino l’ho lavorato con una bellissima lana grigio perla donatami da mia nonna. Perché si…. alla fine sono sempre storie di lana.

 

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